In programma nei giorni:
ven 8 mar 2024 ore 21:00
sab 9 mar 2024 ore 21:00
dom 10 mar 2024 ore 21:00
gio 4 apr 2024 ore 21:00
La zona d’interesse
regia
Jonathan Glazer
cast
Christian Friedel, Sandra Hüller, Johann Karthaus, Luis Noah Witte, Nele Ahrensmeier, Lilli Falk, Ralph Herforth, Max Beck, Sascha Maaz, Marie Rosa Tietjen, Stephanie Petrowitz, Freya Kreutzkam, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Daniel Holzberg
durata
105
nazione
Gran Bretagna, Polonia, USA
uscita
22 febbraio 2024
genere
Drammatico, storico
distribuzione
I Wonder Pictures
produzione
Film d'essai:
--
giudizio CNVF
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La zona d’interesse, film diretto da Jonathan Glazer, segue la vita quotidiana di una famiglia tedesca che vive accanto al campo di concentramento nazista di Auschwitz durante la Seconda Guerra Mondiale.
La famiglia Höss vive in un’elegante casa di campagna in riva al fiume, li vediamo fare il bagno con i bambini in estate, come se dietro al loro giardino non ci fossero i forni crematori del campo di concentramento. Il padre di famiglia è Rudolf Höss (Christian Friedel), comandante alla direzione del campo.
Seguiamo la vita di questa famiglia fuori e dentro ad Auschwitz. All’interno osserviamo il lavoro di Rudolf e fuori scorgiamo la moglie Hedwig (Sandra Hüller) che prende il tè con le amiche e i bambini che vanno in bicicletta allegramente. In sottofondo si sentono i rumori sinistri di prigionieri che marciano legati e nell’aria si vedono alzarsi nuvole di cenere.
Tra queste due dimensioni contrastanti, si intrecciano anche storie di coraggio e storie d’amore clandestine…

Rudolf Höss e famiglia vivono la loro quiete borghese in una tenuta fuori città, tra gioie e problemi quotidiani: lui va al lavoro, lei cura il giardino e i figli giocano tra loro o combinano qualche marachella. C’è un dettaglio però. Accanto a loro, separato solo da un muro, c’è il campo di concentramento di Auschwitz, di cui Rudolf è il direttore.
Siamo di fronte ad un film ambizioso e collocato in un’epoca storica tristemente nota, quella degli anni ’40 e della messa in atto della Soluzione Finale da parte dei nazisti.
Ma è chiaro fin da subito come non sia la ricostruzione storica a interessare il regista, bensì la messa in scena di una situazione paradossale, così estrema da trasformarsi in un laboratorio di analisi della banalità del male e della separazione tra percezione soggettiva e realtà oggettiva.
Introdotto e chiuso da alcuni minuti di solo audio – una composizione di Mica Levi che sembra rievocare il suono di urla di dolore umane – il film di Glazer sceglie di introdurci alla vita di una famiglia rivelando gradualmente il contesto generale. Con un astuto gioco di campi e controcampi e una meticolosa osservazione del profilmico, in cui ogni dettaglio dell’inquadratura assume importanza, cominciamo a intravedere cosa ci sia al di là del muro, e quindi ad associarlo alle immagini note di una delle pagine più tragiche della storia dell’umanità. Svelato il mistero, tutto assume un nuovo significato e ogni situazione quotidiana sembra una versione distorta di quanto avviene al di là del muro: non saremo più in grado, come è giusto che sia, di interpretare con il medesimo metro di giudizio quanto avviene alla famiglia Höss.
Eppure, superato lo choc della scoperta, a emergere con vigore è il ruolo simbolico della rappresentazione messa in atto da Glazer. Una volta che tra spettatore e personaggi si è creato un distacco siderale, ecco che la sceneggiatura li riavvicina, insinuando il dubbio che sia proprio la normalità di alcuni piccoli gesti e dialoghi il monito nascosto di La zona d’interesse. I discorsi sulla carriera professionale di Rudolf, il ménage famigliare o il contrasto tra la personificazione di animali e piante a scapito dell’oggettivizzazione delle vittime di Auschwitz, la costante sensazione di vivere in una bolla, nella negazione di quel che avviene al di fuori, riproduce comportamenti e vizi della nostra contemporaneità borghese.
Tendenze sempre più diffuse nella società del terzo millennio, che pongono inquietanti dilemmi etici su quale sia il possibile approdo di una graduale disaffezione dal nostro lato più umano e istintuale. Di Auschwitz ascoltiamo solo i rumori, spari e grida di dolore, ma non vediamo nulla di quel che avviene all’interno. Anche noi spettatori, complici e colpevoli, assisteremo alla rivelazione della verità – periodicamente negata e ridiscussa – solo a cose fatte, in un epilogo che apre al surreale e che dona l’esatta chiave di lettura sul film.
Ancora una volta straordinaria Sandra Hüller (Toni Erdmann) nel ruolo di Hedwig, moglie di Rudolf, così affezionata alla propria dimora da lottare strenuamente perché il marito mantenga la propria posizione professionale. Ma è la coralità di cast nel suo complesso, unita alla direzione di Glazer e alle musiche di Levi, a rendere La zona d’interesse un’opera di cui si parlerà a lungo.

Commento tratto da www.mymovies.it - Scheda pubblicata il 4 marzo 2024 .