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regia
Matt Ross
cast
Viggo Mortensen, George MacKay, Samantha Isler, Annalise Basso, Nicholas Hamilton, Shree Crooks, Charlie Shotwell, Trin Miller, Kathryn Hahn, Steve Zahn, Elijah Stevenson, Teddy Van Ee, Erin Moriarty, Missi Pyle
durata
120
nazione
USA
uscita
7 dicembre 2016
genere
Drammatico
distribuzione
Good Films
produzione
Film d'essai:
Si
altre info su
Ben vive con la moglie e i sei figli, isolato dal mondo nelle foreste del Pacifico nord-occidentale. Cerca di crescere i suoi figli nel migliore dei modi, infondendo in essi una connessione primordiale con la natura. Quando una tragedia colpisce la famiglia, Ben è costretto suo malgrado a lasciare la vita che si era creato, per affrontare il mondo reale, fatto di pericoli ed emozioni che i suoi figli non conoscono
Ben e la moglie hanno scelto di crescere i loro sei figli lontano dalla città e dalla società, nel cuore di una foresta del Nord America. Sotto la guida costante del padre, i ragazzi, tra i cinque e i diciassette anni, passano le giornate allenandosi fisicamente e intellettualmente: cacciano per procurarsi il cibo, studiano le scienze e le lingue straniere, si confrontano in democratici dibattiti sui capolavori della letteratura e sulle conquiste della Storia. Suonano, cantano, festeggiano il compleanno di Noam Chomsky e rifiutano il Natale e la società dei consumi. La morte della madre, da tempo malata, li costringe a intraprendere un viaggio nel mondo sconosciuto della cosiddetta normalità: viaggio che farà emergere dissidi e sofferenze e obbligherà Ben e mettere in discussione la sua idea educativa. L’attore Matt Ross, alla sua seconda regia, scrive e dirige un film intelligente ed emozionante, che sotto la facciata carnevalesca e un po’ vintage, tocca temi più contemporanei e meno comuni di quanto si possa pensare. Ad un primo livello, infatti, il film s’inserisce nella tradizione del cinema indie che tratta della fatica della socializzazione per chi è o si sente diverso, specie in quell’età giovanile in cui socializzare è un diktat, la tradizione del coming of age e della famiglia imperfetta: tutto questo c’è, compreso il viaggio in pulmino (in questo caso una vera e propria casa-bus), ma è la parte meno interessante del film, narrativamente sovrabbondante. Ciò che rende Captain Fantastic un film meno scontato del previsto, è invece il suo mettere al centro il tema dell’educazione, problematizzandolo. Non è per amore dell’eccentricità fine a se stessa che Ben mostra ai due cuginetti, imbottiti di videogiochi, che suo figlio di non ancora otto anni ha capito il Bill of Rights meglio di quanto non abbiano fatto loro, che vanno a scuola tutti i giorni. È perché davvero l’american way of life (e l’Occidente tutto) ha dei problemi enormi in materia di educazione, didattici e relazionali. Sotto le esagerazioni a fini comici (le ragazzine che tra loro parlano esperanto) e gli slogan prefabbricati (Abbasso il sistema!), il progetto, a metà tra Steiner e Thoreau, non è certo ridicolo. Per di più, Ross lo problematizza in due modi: facendo scontrare l’utopia con le difficoltà oggettive della sua messa in pratica e affidando il ruolo ad un Viggo Mortensen che incarna perfettamente l’ambiguità del personaggio del padre, compagno e dittatore. Si può obiettare che nel film ci sia molta irrealtà, che “fantastic” stia per “ideale”, ma uno dei punti del film di Matt Ross è proprio l’idea che immaginazione e onestà non siano in contraddizione e che privare il bambino di un’alternativa al racconto sociale istituzionale voglia dire impoverirlo.
Commento tratto da www.mymovies.it - Scheda pubblicata il 7 gennaio 2017 .