In programma nei giorni:
gio 7 mar 2024 ore 21:00
Il Cielo Brucia
regia
Christian Petzold
cast
Thomas Schubert, Paula Beer, Langston Uibel, Enno Trebs, Matthias Brandt
durata
103
nazione
Germania
uscita
30 novembre 2023
genere
Drammatico
distribuzione
Wanted
produzione
Film d'essai:
--
giudizio CNVF
altre info su

Il cielo brucia, film diretto da Christian Petzold, è ambientato nel corso di una torrida estate, durante la quale gli incendi boschivi diventano incontrollabili. Racconta la storia di due giovani amici berlinesi, che decidono di recarsi in una casa sulle coste del Mar Baltico per le vacanze. Leon (Thomas Schubert) è uno scrittore, ma sta attraversando una crisi, che lo porta a terminare con varie difficoltà il suo secondo romanzo mentre attende il suo editore. Felix (Langston Uibel), invece, deve comporre un portfolio da presentare all’Accademia delle Belle Arti per un’esposizione dedicata all’acqua.
Appena arrivati, però, i due scoprono che in casa ci sono già degli inquilini: Nadja (Paula Beer), bella e disinibita venditrice di gelati, che studia letteratura e attira le attenzioni di Leo, e il suo ragazzo occasionale Devid (Enno Trebs), atletico bagnino che attrae Felix. Ben preso tra i quattro giovani nascono rapporti precari e mutevoli, che portano a galla le problematiche di ognuno di loro. L’arrivo in casa dell’editore (Matthias Brandt) getterà ulteriormente la situazione nel caos.
Nel frattempo la loro vacanza si trasformerà in un incubo, quando il cielo inizierà a tingersi di rosso e la foresta vicina ad ardere furiosamente. In breve tempo si ritroveranno circondati da alte mura infuocate…

Sulla costa del Mar Baltico, dove il nord della Germania incontra la Polonia, gli amici Felix e Leon si rifugiano per qualche giorno nella casa della famiglia del primo. L’idea è di dedicarsi al lavoro, un progetto fotografico per Felix e gli ultimi ritocchi a un romanzo per Leon, ma la quiete in casa è turbata da Nadja, presenza sfuggente percepita attraverso gli incontri amorosi e notturni, il cibo sulla tavola e la silhouette in bicicletta. Mentre il caldo inaridisce l’aria e gli incendi mangiano l’entroterra, Leon fatica ad accettare la leggerezza che lo circonda e si ritrova sempre più chiuso nella sua mente.
Cicli legati agli attori da cui si lascia ispirare, dalla sublime Nina Hoss fino ai lavori recenti con Franz Rogowski e Paula Beer, ma anche a fiammate tematiche che hanno visto uno degli autori principali della scuola di Berlino viaggiare attraverso le epoche e gli stili di racconto, inseguendo amori impossibili tra le guerre, nelle favole, nel passato-presente, sopra e sotto il mare.
Dotato di un talento unico nel radicare l’esistenzialismo nella geografia e nella topografia dei luoghi (mai più precisi che nella vaghezza di Transit), il regista si auto-confina stavolta alle pareti e al giardino di una villetta. Ma quello di Roter Himmel rimane un Petzold in movimento, che continua a farsi guidare da Paula Beer e gli mette alle costole un volto fresco come il bravissimo austriaco Thomas Schubert, in una storia di giovani intellettuali che guardano senza vedere e vivono senza sentire. Il suo Leon è l’avatar giusto per stare allo scherzo in quella che in larga parte funziona brillantemente come una commedia leggera, di equivoci e goffaggini, di convivenze da incubo tra personalità molto diverse in vacanza nella stessa casa.
La leggerezza recente di Petzold c’era già in Undine, e anche stavolta si lascia contagiare progressivamente da una malinconia e una riflessione autoriale che tagliano in profondità. C’è dell’ironia e dell’autoironia nello scrittore Leon, che dice di no a tutto per lavorare ma poi non riesce a finire il suo romanzo, che si sente più importante degli altri ma si lascia distruggere con disarmante facilità da ogni feedback negativo. La presa in giro bonaria evolve in punta di penna, quella abitualmente squisita di Petzold, e diventa una piccola parabola estiva di amara consapevolezza.
Alla fine del percorso, che ha visto invaghimenti difficili da confessare, risentimento e gelosia repressa (“in my mind we’re going to live free and live wild” cantano gli austriaci Wallners nella bella canzone che fa da motivo al film), l’educazione sentimentale del giovane artista richiederà esami ancora più impegnativi: tra la terra che brucia e il mare che brilla, in cattedra c’è Petzold che è maestro nell’evocare la tragedia e il romanticismo più profondi a un centimetro dal reale.

Commento tratto da www.mymovies.it - Scheda pubblicata il 22 gennaio 2024 .