In programma nei giorni:
ven 13 mag 2016 ore 21:00
sab 14 mag 2016 ore 21:00
dom 15 mag 2016 ore 16:30
dom 15 mag 2016 ore 21:00
Benvenuti … ma non troppo
regia
Alexandra Leclère
cast
Karin Viard, Didier Bourdon, Valérie Bonneton, Michel Vuillermoz, Josiane Balasko, Patrick Chesnais, Sandra Zidani, Michèle Moretti, Pauline Vaubaillon, Firmine Richard, Anémone, Jackie Berroyer
durata
106
nazione
Francia
uscita
28 aprile 2016
genere
Commedia
distribuzione
Officine Ubu
produzione
Film d'essai:
--
giudizio CNVF
altre info su

A causa di un inverno particolarmente rigido, il governo francese indice misure speciali che obbligano i cittadini proprietari di appartamenti con stanze libere ad accogliere le persone più disagiate che non possono permettersi un alloggio. Un vento di panico si scatena in tutta la Francia, soprattutto al civico 86 di rue du Cherche Midi, dove sorge un lussuoso palazzo dell’area più esclusiva del centro parigino. Qui abitano la famiglia Dubreuil, d’estrazione borghese e conservatrice, e i coniugi Bretzel, intellettuali e radical chic. La monotonia del condominio verrà messa a soqquadro da questa coabitazione forzata, e nel confronto con i nuovi arrivati gli inquilini benestanti scopriranno la loro vera indole.

A Parigi tira aria di tempesta e di sinistra. Durante un inverno particolarmente rigoroso, il governo francese firma un decreto che obbliga i proprietari di case con più di cento metri quadrati a ospitare precari e senza tetto per svernare la stagione. In un immobile del VI arrondissement, una famiglia di destra e una coppia bobo di sinistra non gradiscono. Dopo tentativi falliti di resistenza, cedono all’’inevitabile e ‘vincono’ un ospite a testa. Ma è soltanto l’inizio. Tra meschinità e altruismo, villania e cortesia il condominio implode sotto lo sguardo scontroso di una portinaia fascista e riconoscente per i suoi venticinque metri quadri. Commedia sociale di Alexandra Leclère, “Benvenuti … ma non troppo” è divisa più che riconciliata. Vicino per cliché e per quell’’idea che in fondo siamo tutti un po’’ razzisti al film di Philippe de Chauveron (Non sposate le mie figlie), “Benvenuti … ma non troppo” è abitato letteralmente dalla classe borghese. Ceto ‘privilegiato’ dal cinema di Alexandra Leclère, questa volta è messo a dura prova da un choc sociale e da un’’audace misura sociale della gauche che costringe i ‘ricchi’ a convivere coi ‘poveri’, ridotti a intrusi e confinati ai margini della storia. Al centro del film la regista colloca una coppia di destra che scopre la tolleranza e l’alterità, e una di sinistra che si rivela permeabile ai pregiudizi. Tra di loro, disagiati e miserabili subiscono come in una celebre canzone (“Io tra di voi”): non parlano mai e osservano l’’intesa e i malintesi della vita coniugale dei rispettivi ospitanti. Didier Bourdon e Karin Viard, coniugi reazionari abbonati a Le Figaro, e Valérie Bonneton e Michel Vuillermoz, omologhi bohèmes e assidui lettori di Libération, incarnano forzando fino alla caricatura la cattiva coscienza del paese tra salti d’umore (incomprensibili) e ritorno all’’ordine. Più interessata alle vicissitudini coniugali delle coppie protagoniste che alla frattura sociale, la Leclère finisce per virare la commedia in vaudeville. Una farsa leggera animata da una galleria di caratteristi francesi, tra cui spicca la straordinaria Sandra Zidani, e incurante dei ritratti indigenti, che restano bozzetti definiti dalla nazionalità e dal loro stato di miseria piuttosto che da una personalità o da una storia singolare. “Benvenuti … ma non troppo” si nutre allora delle meschinerie dei ricchi, di destra e di sinistra, dimentico dell’’impegno collettivo che si prende al debutto e ripiegato sulla crisi matrimoniale, trattata neanche a dirlo con la stessa ovvietà. Il dubbio è che il soggetto-alloggiamento non sia alla fine che un pretesto per realizzare una commedia di ri-matrimonio. In un senso o nell’’altro, “Benvenuti…ma non troppo” non elude gli stereotipi che pretende di denunciare. Gli altri attraversano il film senza esistere se non alimentando ciascuno il proprio ‘modello ricorrente’: i senza tetto sono senza educazione, i disoccupati parassiti, la coppia di ebrei spilorcia e arroccata nel suo appartamento, l’’operaio dell’’Est ladro. E se il film ripara prima della fine in una grande comune fraterna è solo per ritrovare la libido nei talami borghesi, evidentemente rianimati dalla frequentazione della ‘miseria’.

Commento tratto da www.mymovies.it - Scheda pubblicata il 9 maggio 2016 .