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In programma nei giorni:
ven 12 gen 2024 ore 21:00
sab 13 gen 2024 ore 21:00
dom 14 gen 2024 ore 21:00
sab 13 gen 2024 ore 21:00
dom 14 gen 2024 ore 21:00
regia
James Hawes
cast
Anthony Hopkins, Helena Bonham Carter, Johnny Flynn, Jonathan Pryce, Lena Olin, Alex Sharp, Romola Garai, Marthe Keller, Adrian Rawlins, Samantha Spiro, Ziggy Heath, Samuel Finzi, Julia Westcott-Hutton, Tim Steed, Joe Weintraub, Stuart Whelan, Joel J. Edwards, Antonie Formanová, Darren Clarke, Ales Bílík, Angus Kennedy, Juliana Moska, Stuart Ramsay
durata
110
nazione
USA
uscita
21 dicembre 2023
genere
Drammatico
distribuzione
Eagle Pictures
produzione
Film d'essai:
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altre info su
One Life, il film diretto da James Hawes, è la vera storia di Nicholas Winton (Anthony Hopkins), un agente di borsa britannico figlio di genitori ebrei tedeschi. Negli anni Trenta, l’uomo salvò centinaia di bambini dallo sterminio nazista.
Siamo in Cecoslovacchia alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, Winton ha 29 anni e crea un piano di salvataggio, noto come Operazione Kindertransport (tradotto letteralmente come “trasporto di bambini”), che prevede il trasporto di centinaia di bambini tra cui molti ebrei, fuori dal paese prima dell’inizio del conflitto.
Grazie a questa operazione, i piccoli furono nascosti e si salvarono dai campi di concentramento. Nicholas Winton, volle reagire a l’apatia e all’indifferenza del Governo e riuscì a far scappare un totale di 669 bambini prima che la missione venisse interrotta a causa della chiusura dei confini.
Il suo impegno fu riconosciuto pubblicamente solo negli anni Ottanta, quando ebbe l’occasione di incontrare nuovamente gran parte degli allora bambini a cui salvò la vita.
1938. Vigilia della Seconda Guerra Mondiale, Nicholas Winton, londinese, 29 anni, agente di borsa, avvertendo la minaccia dell’invasione della Germania di Hitler organizza un piano di salvataggio, noto come “Operazione Kindertransport” per centinaia di bambini, molti di religione ebraica, prima dell’inizio del conflitto. Grazie a Martin Blake, che gli aveva chiesto di andare a Praga per aiutarlo a coordinare le operazioni del Comitato Britannico per i rifugiati della Cecoslovacchia e altre figure centrali come Doreen Warriner e di sua madre Babette che intanto collaborava da Londra, Winton riesce a far partire otto treni con a bordo centinaia di bambini che raggiungono la Gran Bretagna dove vengono ospitati da famiglie affidatarie. Ne era previsto un nono, ma il giorno in cui doveva partire, il 1° settembre 1939, Hitler ha invaso la Polonia e i confini in Europa sono stati chiusi. Nella seconda metà degli anni ’80, l’impegno di Winton viene finalmente riconosciuto pubblicamente quando ha avuto l’occasione di incontrare quei bambini ormai adulti nel corso della trasmissione della BBC That’s Life!. Alla fine ne ha salvati 669 dai campi di concentramento e verrà denominato come lo “Schindler britannico”.
Proprio come in Schindler’s List di Spielberg, c’è un elenco di nomi da salvare. E come in quel film, anche in questo caso i volti restano subito impressi, dai bambini nel campo di rifugiati in Cecoslovacchia sotto la neve che chiedono la cioccolata a Nicholas alla dodicenne che porta con sé un neonato, ai genitori che sono costretti a separarsi dai loro figli.
Il primo piano in One Life ha una forza espressiva dirompente proprio perché racchiude la storia di ognuno dei personaggi. James Hawes è al suo primo lungometraggio per il cinema ma sembra che ne ha già girati dieci dopo aver già mostrato le proprie capacità per circa trent’anni come solido regista televisivo (di cui vanno ricordati, per esempio, cinque episodi diretti di Doctor Who, due di Black Mirror, tre di Snowpiercer e sei di Slow Horses) ha un’incredibile padronanza nella lucidità in cui racconta la storia di Nicholas Winton ma riesce al tempo stesso ad emozionare nel modo più semplice e immediato possibile.
Non c’è solo la lezione di Spielberg ovviamente ma anche quella di Polanski (Il pianista). One Life però ridefinisce autonomamente il proprio posto all’interno del “cinema sull’Olocausto”, si sofferma su dettagli fondamentali e inquietanti (la cartina con il piano temporale di espansione di Hitler nel corso degli anni) ma soprattutto ci sono i momenti delle partenze e degli arrivi, tra le stazioni della Cecoslovacchia e di Praga, che sono pagine di grande cinema.
Possono essere un po’ più lunghi (l’affidamento dei bambini alle famiglie inglesi) o anche brevissimi ma che lasciano il segno (l’attesa al binario di un treno che non arriverà mai). Ma già da qui si vede in James Hawes la mano sicura ma al tempo stesso coinvolta dalla storia che racconta, dove le tracce della memoria sono già in quella stanza incasinata della casa di Winton nel 1987.
In più, colpiscono contemporaneamente le prove di Anthony Hopkins e Johnny Flynn (rispettivamente Winton anziano e giovane). Il primo con una maestria e un’intensità che diventa esplosiva nella trasmissione That’s Life! in cui rivede molte delle persone che ha salvato. È una scena cruciale e sconvolgente di cui è già presente un filmato su YouTube. Hopkins sembra riprodurlo con una lezione di tecnica di recitazione mentre in realtà lo reinventa facendo vivere sulla propria pelle quello che il suo personaggio stava provando. Flynn invece è vero in ogni inquadratura e sembra quasi uscire dal documentario di un personaggio.
Non c’è un momento sprecato, ogni inquadratura arriva e colpisce direttamente. Quella di One Life è una storia emozionante raccontata benissimo, con rispetto, pudore e passione, rabbia. Quando il cinema sa mettersi al servizio della Storia. Proprio per questo One Life è già, in qualche modo, un film indimenticabile.
Commento tratto da www.mymovies.it - Scheda pubblicata il 9 gennaio 2024 .